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Santuario > LA BEATA TOSCANA
GUALTIERI
Non possiamo chiudere questa
presentazione del Santuario senza
accennare a una misteriosa eremita che
ricorre spesso nelle storie antiche del
Santuario: la casalese Beata Toscana
Gualtieri.
Secondo un inedito manoscritto della
Biblioteca Comunale di Viadana, attribuito
al Servita P. Avigni, la B. Toscana
sarebbe nata a Casalmaggiore da un ricco
dignitario veneto Marco Gualtieri, giunto
nel secolo XIV nella nostra città
al seguito delle annate venete. Questi era
figlio di un Giovanni Gualtieri di Firenze
che era fuggito a Venezia dopo l'uccisione
del padre e la confisca dei beni, dopo
aver cambiato il suo vero nome di Giovanni
degli Uberti in Gualtieri, per non essere
riconosciuto.
Lo stesso documento dice che Toscana,
in giovanissima età scelse la vita
religiosa e prese il velo di monaca nel
Convento delle Mantellate dei Servi di
Maria di Sabbioneta. Poco tempo dopo la
giovane monaca chiese di dedicarsi alla
contemplazione in un romitorio e, dopo
aver trascorso un primo breve tempo nella
solitudine dei boschi presso Comessaggio,
si rinchiuse sino alla morte in una
stanzetta vicina alla Immagine della
Madonna della Fontana, alle spalle delle
Absidi attuali.
"Quivi rinchiusa, col voto di non
abbandonare più quel santo luogo,
conduceva vita di penitenza, vivendo delle
elemosine, che i viandanti le offrivano,
introducendole nella cella, mediante il
giro di una ruota che comunicava col di
fuori" (Giani: Annali dei Serviti).
Nel
tondino è raffigurata la
B. Toscana in preghiera nel suo
eremitaggio.
Da una stampa (sec. XVI) del
paliotto dell'altare dedicato
alla Beata.
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La fama delle sue virtù ben
presto si sparse tra le vicine popolazioni
e le conciliarono la stima e la
venerazione di tutti. La chiamarono Beata
ancora in vita e "si raccomandavano alle
sue preghiere nelle necessità
materiali e
Spirituali" (Bresciani: Cronaca di
uomini e donne cremonesi). La data della
morte è incerta: 1424? 1440?
Morì in fama di santità e ne
permane la devozione nei Casalesi,
soprattutto per invocare la sua protezione
contro le febbri quartane.
Devozione antichissima, se nell'anno
1624 il Servita P. Bonfrizzieri chiudeva
un suo elogio alla Beata con questo
distico:
TOSCANA, TUTTI NOI PER TUA
VIRTUDE
SPERIAM DA FEBBRI RITERNE AVER
SALUTE
Sepolta accanto alla Cappella antica
della Madonna che aveva tanto amato, venne
dipinta su una parete una sua immagine che
la presentava come una donna anziana, con
un bel volto, vestita di un lungo abito
nero, come le terziarie dei Servi di
Maria, con una grande croce bianca
sull'omero sinistro; una mano posata sul
petto e l'altra con la corona in mano.
Le sue ossa furono riesumate e
ricomposte in un'urna e messe sotto un
piccolo altare nel 161l.
Nell'urna, con le ossa venne posata una
pergamena con questa scritta: "Sotto
quest'altare a Lei dedicato per conservare
la memoria di così grande
santità, il Rev.mo P. Maestro
Arcangelo Giano Fiorentino, Vicario
Generale di tutta la Provincia di Mantova
dei Servi di Maria, essendo di passaggio
in visita a questo Convento di S. Maria
'della Fontana, ordinò che fossero
riposte in quest'urna le ossa
diligentemente cercate e ritrovate dai
venerabili fratelli Fra Marco Antonio da
Cremona, Piore e Fra Domenico da
Monserrato, che per molti anni giacquero
umilmente sotto terra, della beata
Toscana, che vestita dell'abito dei Servi
di Maria, servì a Dio e alla
Genitrice di Dio, presso questo Tempio,
sotto il giogo di un'austerissima
penitenza, nonostante fosse illustre per
miracoli, soprattutto ai colpiti della
febbre quartana. Il giorno 18 dicembre
1611. E questo con il consenso del P.
Provinciale e dei Confratelli".
Il Federici, nei suoi cenni storici
sulla Fontana (18 84) dice che sull'altare
vi era una piccola statua, rappresentante
la santa donna vestita dell'abito delle
Terziarie Servite, con sotto la scritta
Beata Toscana. Ora non esiste più
alcun altare, né segno di
riconoscimento della Tomba.
Una recente indagine alle fondamenta
delle mura dell'Abside, ha fatto risaltare
aperture e fondamenta del sec. XV, che
possono bene collegarsi al romitorio della
Beata Toscana.
Entrando nella Chiesa, appena varcata
la bussola, a destra, ai piedi di S.
Giovanni Battista, è dipinta la
figura della B. Toscana.
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