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Una sventura che sembra unica nella
storia di questa terra del Casalasco, fu
la terribile siccità, durata ben 6
mesi, che colpì il territorio
(dicembre 1778 - maggio 1779). La cronaca
del tempo, fa l'allucinante descrizione
delle torme di contadini affamate e
febbricitanti che, a piedi nudi, venivano
alla Fontana ad implorare la grazia. E la
pioggia cadde
abbondante.
Ex
voto - 1700
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Altra pagina dolorosa, scritta nella
storia di Casalmaggiore e della Fontana,
è quella del colera che
colpì nel 1855 l'Italia e gran
parte dell'Europa. Casalmaggiore non ne
rimase immune.
"Frotte silenziose di uomini e
donne, vecchi e bambini con lacrime e
preghiere, supplicavano la misericordia
della beata Vergine per tanto
flagello", scrive un cronista del
tempo.
Quasi subito il contagio sparì
con gran gioia di tutti. Allora si vide lo
spettacolo di una grandiosa processione al
Santuario. Erano le popolazioni dei paesi
rimasti quasi incolumi dal colera, che
venivano, con tutto il clero, a
ringraziare Maria.
La Città di Casalmaggiore non si
accontentò di questa unica
processione, ma, animata dalla fervente
parola dell'Abate Mitrato Don Giuseppe
Marenghi, emise pubblicamente il voto di
recarsi processionalmente ogni anno, la
terza Domenica di Ottobre, al Santuario,
voto che fino a qualche anno fa venne
mantenuto. Ora, purtroppo, non
più.
Una lapide posta nel 1870, che ora si
trova nel Corridoio della Cancelleria,
attesta ai posteri il voto fatto.
Le grazie che la Madonna nel corso dei
secoli ha elargito ai suoi devoti sono
raccontate dagli affreschi che si vedono
nel Santuario, soprattutto nella Cappella
a destra e a sinistra dell'Altare
Maggiore, nelle iscrizioni sotto i diversi
dipinti, che esistevano nella Cripta e che
vennero corrosi dall'umidità delle
pareti, ma di cui fortunatamente il
Canonico Federico Federici, autore di una
breve storia del Santuario, ci fa la
descrizione.
A sinistra entrando si leggeva:
- "Una moglie di un soldato, cadde in un
pozzo con un bambino, dopo due ore salva
da questa B. Vergine. Anno 1731 "
- "Il Senato con la città di Milano
in tempo di peste, ricorrono a questa
Beata Vergine, ne sono miracolosamente
liberati"
- "Uno storpio da questa Beata Vergine
guarito"
- "Uno spiritato da questa Beata Vergine
liberato"
- "Un soldato spagnolo, caduto col cavallo
giù da un ponte, viene
miracolosamente dalla B. Vergine
salvato"
- "Uno, da' medici abbandonato, viene da
questa Madonna salvato"
- "Un cieco, lavandosi gli occhi
nell'acqua di questa Fonte, ricevette la
vista, 1320"
- "Una donna spiritata, fu da questa B.
Vergine salvata"
- "Uno con undeci carboni da questa Beata
Vergine salvato".
Antica
incisione (stampa sec.
XVI)
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Una antica incisione della Madonna della
Fontana che al centro porta l'effigie
della Madonna con sotto la scritta: "Il
vero ritratto della Madonna Santissima
della Fontana di Casalmaggiore dei Rev.
Padri de' Servi", ha attomo, come una
cornice, una serie di miracoli operati
dalla Vergine. La rispettiva scritta sotto
ciascuna di queste vignette, ne spiega il
contenuto.
La vignetta incisa nel quadretto collocato
sopra l'effigie sacra centrale, indica il
grande concorso del popolo a questo
Santuario.
Accanto a questa vignetta, a destra di chi
guarda, si vede steso sul giaciglio un
ammalato che guarisce per virtù
dell'acqua della Madonna, che gli viene
presentata.
Sotto, un'altra scena: una donna morta, ma
richiamata in vita, per grazia della Beata
Vergine. La donna si è alzata a
sedere sul letto funebre e accanto sta il
sacerdote Servita che la vegliava.
Segue una quarta vignetta: un lebbroso
condotto dinanzi all'Immagine della
Madonna e mondato.
Come pure è rappresentato guarito,
un uomo affetto in una gamba da undici
piaghe maligne.
Il settimo quadretto, che viene a trovarsi
sotto l'immagine centrale, descrive il
flagello della peste che ha colpito una
popolazione: molti appestati, sdraiati su
letticiuoli, guariscono in virtù
del ricorso alla Beata Vergine della
Fontana.
Nella vignetta a sinistra di questa,
è raffigurata una donna inferma,
spedita dai medici, ma che a mani giunte
prega la Madonna ed è sanata.
Risalendo da questo quadretto verso l'alto
dell'incisione, un altro miracolo è
illustrato: un uomo rattrapito che si
sostiene sulle grucce e viene guarito.
La nona vignetta rappresenta al vivo la
violenza con cui lo spirito demoniaco
tormenta un'ossessa; a nulla valgono gli
sforzi erculei di un uomo e di una donna
che cercano di trattenerla, solo la Beata
Vergine supplicata la libera dal suo
male.
Nella decima e ultima vignetta è
incisa la figura di un uomo storpiato
immobile sul seggiolone e che ottiene la
grazia.
Quadro
del secolo XVII con i
miracoli
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Alcuni di questi miracoli dovevano un
tempo essere pure dipinti sulle pareti
della Cripta del Santuario.
Infatti le parole che accompagnano la
incisione, ripetono le stesse parole che
si leggevano sotto gli antichi dipinti che
come vedemmo ci ha tramandate il Federici
e che sono riportate anche da un quadro
votivo che si trova nel corridoio.
Altre tabelle votive che cantano la
misericordia di Maria ricoprivano una
volta tutte le pareti del Santuario.
Molte divenute fracide e corrose dal
tarlo andarono distrutte, altre furono
disperse quando il Santuario venne adibito
a caserma per il soldati e altre tolte
negli anni in cui il Santuario fu senza
l'assistenza dei Religiosi, cacciati dalla
soppressione Napoleonica.
Ma bastano quelle che rimangono,
antiche e recenti, per dire la
riconoscenza di tanti e tanti devoti che,
ricorsi all'intercessione della Madonna,
furono graziati.
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